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Rarità musicali nella biblioteca del Dottorato
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![]() La mostra comprende anche pregevoli testi di teoria musicale pubblicati tra il 1498 e il 1727, spesso editi unitamente ad altre opere da studiosi che in una visione universale del sapere non si interessavano solo di questa arte. Talvolta sono essi stessi gli autori degli scritti, come il teologo francese Lefèvre (n. 4) o il collezionista inglese Ellys (n. 11). Altre volte si limitano alla traduzione e al commento di testi "classici", come l'umanista Valla per l'Harmonicum introductorium di Cleonide (n. 3) o il perugino Caporali per il De architectura di Vitruvio (n. 5). La lingua preferita è, ovviamente, quella dei dotti, il latino, ma Caporali scrive «in volgar lingua». In italiano è anche il trattato di Francesco Gasparini (n. 10), un "musicista professionista" il cui scritto ha lo scopo eminentemente pratico di insegnare la realizzazione del basso continuo. C'è, infine, una serie di testi "vicini alla musica": libretti e relazioni di feste (n. 7); opere letterarie di musicisti (n. 8) o che comunque parlano di musica (nn. 6 e 17); e volumi di storiografia musicale, dall'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert (n. 12) al Dizionario di Lichtenthal (n. 15) ai primi studi sulla musica popolare (n. 16). |