Sala del Dottorato

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La Sala del Dottorato rappresenta uno dei luoghi più preziosi dell’Ateneo, in virtù sia della sua decorazione che del patrimonio librario in essa conservato.

Si trova al piano nobile di Palazzo Murena, edificio, attuale sede del Rettorato, che deve il proprio nome all’architetto Carlo Murena (Rieti, 1713-1764), che ne curò la progettazione e la direzione dei lavori a partire dal 1740.

La sala principale è preceduta da una sorta di vestibolo di dimensioni minori.

La Sala del Dottorato, deve il proprio nome alla funzione cui è stata destinata in passato, e cioè quella di ospitare le sessioni delle tesi di laurea, come testimonia l’arredo, con il bancone in legno disposto a U collocato al centro della stanza.

Sia il vestibolo che la sala principale sono completamente affrescati, ad opera di due pittori perugini: Giovanni Bevilacqua (secolo XVIII) per parti più marcatamente decorative e Vincenzo Monotti (Perugia 1734-1792) per le parti figurate.

Per quanto riguarda la decorazione del vestibolo, nelle vele entro ovali, campeggiano i ritratti di quattro tra gli abati perugini più insigni dell’Ordine Olivetano: da sinistra, Egidio Titi, Secondo Lancillotti, Placido Carosio e Agostino Lancillotti.

Al centro, invece, sono due putti che tengono in mano l’uno la sfera armillare, l’altro il globo con il mappamondo. Le cornici attorno alle porte, così come i timpani che le sovrastano, sono realizzate con una decorazione a finto marmo.

Anche la volta della sala principale è coperta di affreschi: al centro è raffigurata la sapienza cristiana attorniata da angioletti recanti gli emblemi delle tre virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) oltre alla colomba, simbolo dello Spirito Santo e la bilancia, simbolo della Giustizia); negli spazi d’angolo trovano posto quattro ovali ognuno dei quali mostra i simboli dei quattro evangelisti (il toro per S. Luca, il Leone per san Marco, l’uomo per S. Matteo e l’aquila per S. Giovanni).

Tra le finestre (quelle sul lato nord-est sono dipinte a trompe-l’oeil) si stagliano le imponenti figure dei quattro dottori della chiesa: S. Agostino, S. Ambrogio, S. Gerolamo e S. Gregorio Magno.

Il complesso della decorazione risulta molto equilibrato, sia nella scala cromatica adottata che nella scelta degli elementi decorativi: restituisce infatti un’insieme di chiarezza d’impianto e austerità compositiva che ben si confaceva alla biblioteca di un monastero dell’ordine olivetano (il palazzo dove si trova la sala nacque, infatti, come Monastero dei Monaci Olivetani e l’emblema dell’ordine, i tre monti sovrastati da rami d’olivo, ricorre varie volte nella sala).

Le pareti di entrambe le stanze sono coperte da una boiserie dipinta a tempera che conserva i libri appartenenti al Fondo Antico dell’Università.

La Sala del Dottorato è stata interessata da una campagna di restauro complessivo conclusa nell’ottobre 2002, che ha riguardato sia i dipinti murali che gli arredi, aggiungendo al ripristino e all’integrazione dell’originaria finitura cromatica.

(tratto da La Sala del Dottorato – scheda nr. 01, in “I luoghi dell’Università: la storia dell’Ateneo raccontata attraverso il suo patrimonio artistico e architettonico, Perugia, Università degli Studi di Perugia, 2006).