William Harvey e la circolazione del sangue

Ritratto di William Harvey [wikimedia.org]


William Harvey (1578-1657) occupa un posto di primo piano nella storia della medicina e nella fisiologia in particolare. Al medico inglese infatti si deve la scoperta del sistema della circolazione del sangue presentata al mondo nel 1628. Fu una vera rivoluzione che spazzò via il dogma secolare di Galeno che il sangue era generato nel fegato e poi consumato dalle varie parti del corpo. Oggi sappiamo che il sangue scorre attraverso arterie, vene, capillari e che tramite un circolo chiuso ritorna al cuore.


Teatro Anatomico di Padova, 1594


Harvey studiò medicina a Padova dove, allievo di Girolamo Fabrici d'Acquapendente, conseguì la laurea nel 1602. In seguito fu promosso Fellow del Royal College of Physicians e fu medico presso l’Ospedale St. Bartholomew. Dal 1618 fu medico di corte prima con Giacomo I e poi con Carlo I. Alla corte reale partecipò spesso alle spedizioni di caccia durante le quali ebbe modo di analizzare le carcasse di numerosi animali. Inoltre ebbe modo di vivisezionare  molti animali  di specie utili per la stesura finale della sua Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus (1628) dove espose le sue scoperte sulla circolazione del sangue. Nel 1651 pubblicò anche un’opera sull’embriologia le Exercitationes de generatione animalium. [Su Harvey si veda lo Speciale Medicina a Padova nei secoli in https://ilbolive.unipd.it/news/medicina-padova-nei-secoli-william-harvey].


Frontespizio [Guilielmi Harveii … De motu cordis, et sanguinis sanguinis in animalibus, anatomica exercitatio...Bononiae, typis Longhi, 1697. Ex Biblioteca Centrale]


ll De motu cordis si apre con una dedica all’illuminato re Carlo I che con importanti finanziamenti sostenne gli esperimenti di Harvey pubblicati nel 1628 a Francoforte presso l’editore William Fitzer.  L’edizione presente nei fondi storici dell’Ateneo è invero un’edizione ridotta in dodicesimo e perciò di formato tascabile dell’editio princeps che, come recita il titolo, contiene anche due lettere di Jan van Wale  (1604-1649) medico e docente all’Università di Leida che aveva sostenuto  le tesi di Harvey. Le Iohannis Walaei Epistulae duae: De motu chyli, et sanguinis ad Thomam Bartholinum, 1640 accompagnavano l’edizione di Caspar Bartholin, Institutiones anatomicae. Editae a Thoma Bartholin, Leyden, 1641 che il figlio medico Thomas Bartholin curò insieme a Jan van Wale. Suo insegnante a Leida, il van Wale gli mostrò delle dissezioni insegnandogli anche le teorie di Harvey.  Thomas Barthlin (1616-1680) non a caso fu il primo nel 1652 a descrivere completamente il sistema linfatico  umano.



Immagini della prova del braccio [Guilielmi Harveii … De motu cordis, et sanguinis sanguinis in animalibus, anatomica exercitatio...Bononiae, typis Longhi, 1697. Ex Biblioteca Centrale]

Nell'editio princeps Harvey dimostra l'effettiva esistenza della circolazione sanguigna servendosi di un esperimento illustrato nelle famose tavole della prova del braccio che si ispirano peraltro a quelle del suo maestro Fabrici nel De venarum ostiolis del 1603. In questa edizione perugina vi sono due illustrazioni che richiamano i disegni originali sulla prova del braccio: si applicava una legatura stretta ad un braccio che bloccava il flusso venoso e arterioso, si allentava poi la legatura per far scorrere solo il sangue arterioso impedendone il normale flusso venoso; in questo modo le vene sotto la legatura si gonfiavano poiché il sangue arterioso giungeva fino alla mano tornando poi indietro verso il cuore attraverso il sistema venoso. Harvey aveva capito dunque che il sangue scorreva dalle arterie alle vene, arrivava nelle parti periferiche e poi tornava al cuore, ma non riuscì a dimostrare come il sangue passasse dalle arterie alle vene sebbene avesse teorizzato la presenza di capillari, per la dimostrazione dell’esistenza dei quali si dovrà attendere Marcello Malpighi e l'avvento del microscopio.


Ritratto di Galeno [Wikipedia]


Già Leonardo da Vinci (1452-1519) con le sue celebri tavole anatomiche su cuore e vasi intuì un percorso nuovo da seguire sul tema della circolazione sanguigna così come alcuni medici del Cinquecento gli italiani Realdo Colombo (1516-1559) e  Andrea Cesalpino (1524-1603) o anche lo spagnolo Michele Serveto  (1511-1553). Ma le teorie del medico greco Galeno (II sec. d.C.) sulla circolazione del sangue erano ormai un dogma da più di un millennio grazie anche al divieto alla dissezione praticata dalla Scuola alessandrina imposto dalle grandi religioni monoteistiche. La Chiesa Cattolica poi attraverso anche l’Inquisizione combatteva i trattati che le contestassero tanto da bruciare sul rogo il Serveto per le sue idee “eretiche”.


Andrea Vesalio, ritratto nelle prime carte del De humani corporis fabrica, Basilea 1555. [Biblioteca del Dottorato]


La ripresa degli studi anatomici ricominciò gradualmente a partire dal Duecento ma fu solo nel Cinquecento con la Scuola Anatomica Italiana dell’Università di Padova e con la ripresa rinascimentale della rappresentazione del nudo nell’arte e lo studio delle forme attraverso l’anatomia artistica che i tempi furono maturi per la grande scolta. L’anatomista Andrea Vesalio (1514-1564) comincia a correggere alcuni errori di Galeno, poi William Harvey ne confuta la fisiologia e infine Marcello Malpighi con le sue scoperte  assestano un duro colpo al modello del medico greco e alla sua idea sulla circolazione sanguigna. Harvey fu il primo ad averla dimostrata attraverso il metodo sperimentale di Galileo Galilei (1564-1542) che suggerirà anche il titolo alla sua esercitazione anatomica ( exercitatio anatomica…).



Occhietto con particolare del timbro "Bibliothecae Montis Perusiae" [Guilielmi Harveii … De motu cordis, et sanguinis in animalibus, anatomica exercitatio...Bononiae, typis Longhi, 1697. Ex Biblioteca Centrale]


Nella copia del De motu cordis, stampata a Bologna nel 1697 in possesso dell'Università di Perugia, sulla pagina detta occhietto (dove si legge "Guilielmi Harveii Angli, medici regij, & anatomici Londinensis celeberrimi") si trova anche un timbro di possesso  Bibliothecae Montis Perusiae la Biblioteca di San Francesco del Monte (Monteripido) a Perugia. Dopo la soppressione degli ordini religiosi e l'annessione dell'Umbria al Regno Sabaudo, nel 1860, con decreto del commissario Gioacchino Napoleone Pepoli, vengono incamerati dallo Stato i beni degli ordini religiosi. I libri della Biblioteca vennero consegnati in gran parte alla Biblioteca Augusta di Perugia e una parte all'Università di Perugia. È interessante notare come i Francescani tenessero aggiornate le loro collezioni librarie con le ultime novità in campo medico, sebbene in un formato ridotto come quello in dodicesimo del nostro esemplare, segno anche che le nuove idee stavano diventando più popolari.  I libri tascabili, come noto inventati nel Cinquecento dal celebre umanista ed editore Aldo Manuzio (1449/ 1452-1515), erano volumi più maneggevoli che si potevano trasportare, tenere in mano, leggere ovunque e avevano, non da ultimo, anche un costo minore.