L'importanza della medicina araba: il trattato di Rhazes

L'occhio secondo Hunayn ibn Ishaq. Da un manoscritto del 1200, Cairo National Library[Pubblico dominio]

Come nella cultura bizantina e in quella del mondo latino medievale, nell'Islam la medicina scientifica fu parte integrante del patrimonio culturale ereditato dall'ellenismo e si collocò nel solco dell'antica tradizione medica, dominata essenzialmente dalle teorie e dalla figura di Galeno. Gli inizi della medicina scientifica araba coincidono con un processo di traduzione in arabo delle fonti greche. Per gli studiosi islamici, Galeno e Ippocrate erano eminenti autorità, seguiti dagli studiosi ellenici di Alessandria. Gli studiosi islamici tradussero le loro ponderose opere dal greco all'arabo e produssero delle nuove conoscenze mediche sulla base di tali testi. Al fine di rendere la tradizione greca più accessibile, comprensibile, e insegnabile, gli studiosi musulmani ordinarono e resero più sistematiche le vaste e talvolta incoerenti conoscenze mediche greco-romane, scrivendo enciclopedie e sommari.

 

Canone Avicenna

Nella cd. epoca d'oro islamica (coincidente più o meno con il medioevo europeo) la medicina araba raggiunse livelli molto sofisticati, con metodi diagnostici e terapeutici altamente sviluppati e una ricca farmacologia. Un punto d'arrivo si ebbe con i grandi manuali e le enciclopedie mediche di al-Razi  (Rayy 864 - 925 o 935), al-Majusi (Ahvaz, 930 – 994) e Ibn Sina (Afshana, 980 – Hamadan, 1037) meglio conosciuti in Occidente come Rhazes, Haly Abbas e Avicenna . Le loro opere avrebbero successivamente stimolato lo sviluppo di una medicina scientifica anche nell'Occidente europeo, nell’ambito di un più vasto movimento di rinascita culturale noto come rinascimento del XII secolo. Nella ricerca di nuovi saperi da parte degli uomini di cultura europei le discipline intellettuali trovarono grandi benefici dal proliferare di traduzioni latine di testi greci e arabi, eseguite soprattutto nella Sicilia araba e nella Spagna musulmana tra l'XI e il XIII secolo. Attraverso l'opera di traduzione l'Occidente cristiano si riappropriò di classici fondamentali del pensiero antico, della scienza, della matematica, della filosofia e della letteratura, ma anche dei contributi scientifici e filosofici del mondo islamico, riscoprendo per esempio Aristotele ma anche i suoi commentatori arabi.


Incipit [Razhes, De egritudinibus puerorum, all’interno del Fasciculus medicine. Venezia, Giovanni e Gregorio de Gregori, 1500. Biblioteca del Dottorato]

Tra gli incunaboli della Sala del Dottorato in Palazzo Murena è conservato un volume che testimonia proprio la ricezione anche delle conoscenze scientifiche del mondo arabo: raccoglie infatti la versione a stampa con caratteri mobili di opere di argomento medico di diversi autori, appositamente collazionate a formare uno strumento prezioso per un medico del XVI secolo, una sorta di enciclopedia medica. Sono in realtà rilegate insieme ben due imprese tipografiche portate a termine entrambe a Venezia: una all’inizio del Cinquecento da parte dei fratelli Giovanni e Gregorio de Gregori, l’edizione a stampa del Fasciculus Medicinae; l’altra terminata il 20 agosto 1499 da Simone da Lovere  a spese di Andrea Torresano da Asola, edizione di una raccolta di medicina che si apre con i Consilia di Bartolomeo Montagnana. Tra le opere contenute, vere e proprie autorità della tradizione medica, compare anche la traduzione latina di un’opera del leggendario medico arabo Rhazes, il Tractatus Rasis de egritudinibus puerorum et earum cura qui appellatur practica puerorum.


Miniatura europea del medico al-Razi [wikipedia.org]


al-Razi, conosciuto nel mondo latino come Rhazes (Rayy 864 - ivi 925 o 935) fu un medico e scienziato persiano che fornì grandi contributi in ambito medico, chimico e filosofico. Responsabile dell’ospedale di Baghdad, dove creò il primo reparto riservato alla cura delle malattie mentali, ebbe modo di studiare numerosi casi clinici. Avviò l'impiego dell'alcool in medicina, fu il primo a preparare acido solforico, il primo a fornire una descrizione del vaiolo e a indicare le differenze fra questo e il morbillo. Scoprì l'asma allergica e fu il primo a scrivere un trattato sull'allergia e l'immunologia, capì che la febbre era un meccanismo di difesa naturale del corpo umano. Fu probabilmente il primo medico persiano a scrivere un manuale medico contenente rimedi diretti a un grande pubblico. Lo dedicò ai poveri, ai viaggiatori e ai normali cittadini affinché lo potessero consultare per il trattamento dei disturbi più comuni quando un medico non fosse disponibile.


Colophon [Razhes, De egritudinibus puerorum, all’interno del Fasciculus medicine. Venezia, Giovanni e Gregorio de Gregori, 1500. Biblioteca del Dottorato]


Scrisse oltre duecento opere, molte delle quali andate perdute, soprattutto quelle filosofiche. Nel suo trattato sulle malattie dei bambini, la cui prima traduzione in latino si attribuisce a Gherardo da Cremona, Rhazes descrive e propone cura per 24 possibili patologie dell’infanzia. L’opera di Rhazes fu usata come modello fra gli altri da Paolo Bagellardo da Fiume per il suo Libellus de aegritudinibus infantium, primo libro di pediatria a stampa, edito a Padova nel 1472.