Prefazione

Nel febbraio del 2021 la Scuola di Medicina di Perugia ha festeggiato i 700 anni dalla sua fondazione, datata con la bolla del 1321 di Papa Giovanni XXII. Se questa datazione già di per sé costituisce un primato perché la posiziona al settimo posto fra le scuole di medicina più antiche del mondo occidentale, la stessa bolla papale contiene un unicum assoluto: nel suo testo la parola “libri” appare per ben cinque volte. Possiamo quindi affermare che la nostra Scuola di Medicina si avvia nel suo percorso pluricentenario insieme con una sua propria biblioteca. Non conosco casi simili per altri Atenei. E’ lo stesso Papa che indica i testi di questa biblioteca: dal trattato di Prisciano, per la grammatica, a quelli di Aristotele per la parte scientifica. Inoltre, il Papa aggiunge di acquisire tutti i testi dell’arte liberale medica in uso nelle scuole di Parigi e di Bologna, dando così una impronta più moderna e internazionale e non solo strettamente classica. L’antichità della sua fondazione ha fatto in modo che la Biblioteca Medica di Perugia ha posseduto e possiede molti dei libri che hanno fatto la storia della Medicina occidentale. Fra i tanti libri di valore che il Fondo Antico e la Biblioteca Medica possiedono, tredici ne sono stati scelti per questa mostra, ciascuno a rappresentanza e a testimonianza di una fase nella storia dell’arte Medica.

Il primo è il testo di Galeno che dominò l’intero pensiero medico classico, fino al Rinascimento. Lo stesso Leonardo da Vinci, l’uomo simbolo del rinnovamento rinascimentale, cercò di conciliare le sue moderne intuizioni anatomiche rispettando sempre il pensiero di Galeno che aveva tentato di unire i dogmi dottrinali di Ippocrate con quelli empirici derivanti dalla dissezione del corpo.

Parallelamente alle teorie greche e romane introdotte da Galeno, si affaccia sempre più prepotentemente all’orizzonte la medicina araba, di cui il libro del persiano Rhazes (al-Razi) ne è un fulgido esempio. Rhazes fu un alchimista e un medico. A lui si deve non solo la scoperta dell’alcool in medicina, ma anche la produzione dell’acido solforico. Lui fu il primo a descrivere molte malattie importanti come il vaiolo e a capire che la febbre era un meccanismo di difesa. La medicina araba, di cui il libro di Rhazes è un esempio chiaro, criticando i dogmi di Galeno e libera dalle influenze della chiesa occidentale, fece fare alla conoscenza delle malattie un enorme salto di modernità.

I successivi libri di Eustachio e Vesalio rappresentano le fondamenta da cui nasce tutta l’anatomia moderna e, a suo seguito, la medicina. Con loro, le dissezioni anatomiche vengono svolte in modo dettagliato e organico, non più come un rituale religioso fatto al solo scopo di giustificare i dogmi di Galeno. Il testo di Vesalio è considerato l’inizio dell’anatomia e della medicina moderna. Le tavole di Eustachio, pubblicate solo pochi anni dopo quelle di Vesalio, ancora oggi meravigliano non solo per la precisione, ma anche per il moderno uso del colore.

I successivi libri di Harvey e Malpighi mostrano un nuovo balzo delle conoscenze mediche. Le dissezioni anatomiche hanno portato ad una buona conoscenza del corpo post mortem, in modo tale che Harvey e Malpighi possano indagare il suo funzionamento nel vivente, dando così inizio alla fisiologia. Harvey è il primo che, in modo empirico, dimostra la circolazione polmonare. A Malpighi dobbiamo molte intuizioni sul sistema urinario e la prima osservazione dei capillari che uniscono le arterie e le vene, aspetto completamente ignorato da Harvey.

Compresa l’anatomia umana, avviata la conoscenza di come questa complessa macchina vive e funziona, con i successivi libri di Ramazzini e di Morgagni la Medicina inizia a domandarsi, in modo più scientifico e meno spirituale, l’origine delle malattie. Se Morgani con il suo libro ancor oggi dimostra le basi anatomopatologiche di una grande quantità di malattie, Ramazzini è il primo a mettere in evidenza il fatto che l’ambiente influenza in modo determinante la salute umana. Prima di loro la malattia veniva vista come un evento originato da colpe proprie, capaci di scatenare la maledizione punitiva divina, mentre con questi due libri la malattia prende la forma di una disfuzione organica, di un’alterazione della normale funzione fisiologica.

Con i testi di Virchow e di Bernard entriamo nell’era più contemporanea della Medicina. Virchow fa nascere la patologia generale, la medicina sociale e l’igiene, stabilisce il principio che una cellula nasce sempre da un’altra cellula e definisce le cause della trombosi. Bernard è il fondatore della medicina sperimentale e del concetto di omeostasi, gettando le basi della moderna fisiologia d’organo.

Le lezioni di clinica di Augusto Murri, racchiuse in un successivo libro, hanno indubbiamente formato e guidato tutta la scuola medica italiana degli inizi del ‘900. Per primo Murri ha unito l’osservazione sperimentale, secondo le regole scientifiche galileiane, con quella fatta direttamente al letto del malato, considerando sempre l’unicità della malattia nel singolo paziente. Fu quindi il precursore di quello che noi oggi chiamiamo la medicina individuale e di precisione. Il suo modo di insegnare agli studenti, appassionato sia per la materia medica che per trasmettere la dignità della professione, l’hanno reso una figura di riferimento morale e scientifico ancora oggi.

Nel frattempo si affaccia prepotentemente nella Medicina una branca complessa che cerca di capire e classificare la malattia mentale: la psichiatria. Come ogni nuova scienza medica, la spiegazione dell’origine dei disturbi mentali fa nascere molte teorie, spesso contrapposte, con la conseguente difficoltà diagnostica e terapeutica di separare i sintomi da quelle varie teorie. Da questa esigenza nasce l’altro libro in mostra: il DSM-III (Diagnostic and Statistical Manual-III) pubblicato nel 1980. In questo manuale viene per la prima volta eliminata qualsiasi teoria eziopatogenetica, limitandosi alla sola catalogalizzazione e descrizione dei sintomi e dei segni del disturbo mentale in modo tale che ciascun psichiatra potesse poi interpretare quei disturbi a secondo della teoria da lui seguita.

Il racconto che fa Oliver Sacks in “Risvegli”, l’ultimo libro in mostra, è epico ed emozionante, come pochi altri libri di divulgazione medica. Ci regala il doppio confronto fra due esseri umani, lui neurologo e il suo paziente con encefalite letargica rinchiuso in un manicomio. Il modo in cui Sacks ci racconta la sua interazione con i pazienti è una delle pagine più toccanti nella letteratura divulgativa medica.

In conclusione, fra le pagine dei suoi tredici libri, questa mostra ci accompagna nel mistero della salute e della malattia, di come il pensiero medico si sia dipanato dal II secolo d.C. (Galeno) al 1973 (anno di uscita dei “Risvegli”). E’ un percorso appassionante dove si scopre che il modello interpretativo della scienza medica non consiste nell'accumulo di certezze, bensì nella progressiva eliminazione degli errori, in maniera analoga all'evoluzione biologica.

Buon viaggio a tutti i visitatori!

[Mario Rende, Ordinario di Anatomia Umana – Università degli Studi di Perugia]