Claude Bernard

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Claude Bernard (1813-1878) fu membro della Académie des sciences e della Académie française, professore al Collège de France e al Museum d’histoire naturelle. Bernard era nato a Saint-Julien, presso Villefranche (Rhône), il 12 luglio 1813. Arrivò a Parigi nel 1832, con l’idea di dedicarsi al teatro. Il suo unico bagaglio era composto da un manoscritto, con una tragedia da lui scritta e che non fu mai messa in scena, e una comédie-vaudeville che ebbe un discreto successo in un piccolo teatro di Lione. Lo scrittore Saint-Marc Girardin, allora docente alla Sorbonne di poesia e al quale Bernard aveva presentato questi primi scritti, gli consigliò “d’apprendre un métier pour vivre, quitte à faire ensuite de la poésie à ses heures”. Insomma, la poesia non gli avrebbe dato il pane, e memore del consiglio ricevuto, Bernard si iscrisse alla Facoltà di Medicina. Nel 1839 conseguì il titolo di medico ospedaliero, dimostrando di essere un buon allievo abbastanza brillante. I suoi compagni di studio non avrebbero mai immaginato cosa avrebbe atteso nel futuro quello studente silenzioso, poco attento alle lezioni dei maestri, e del quale la calma meditativa sembrava connotarlo come un pigro. Fu una vera rivelazione quando uscirono i lavori di Bernard sul succo gastrico, la corda del timpano, il nervo pneumogastrico, il nervo spinale, che di colpo segnalarono al mondo scientifico uno sperimentatore ingegnoso e sagace, munito di una rara abilità operatoria. La lezione di Magendie fu il motivo di questo cambio di azione. Quando Bernard entrò nel laboratorio di Magendie al Collége de France trovò un ambiente estremamente vivace. La sperimentazione ardita, anche se un po’ disordinata, del celebre fisiologo e la sua critica impietosa, il suo scetticismo, che si estendeva anche alle proprie scoperte, impressero in Claude uno stigma profondo, spingendolo con creatività, alla ricerca di nuovi problemi ed alla visione delle possibili soluzioni. Il carattere vivace di Magendie influenzò il giovane Claude anche nel preservare un atteggiamento indipendente nei confronti delle teorie accumulate per tradizione, puntando alla corretta elaborazione di ipotesi di ricerca sostenute dalla verifica della teoria.


Sperimentazione animale e vivisezione [C. Bernard, La science experimentale. Paris, Bailliere, 1878. Biblioteca di Agraria]



A differenza di Magendie, Bernard sviluppò un solido amore per la certezza, ovvero un sentimento profondo per la legge che di necessità doveva governare i fenomeni fisiologici. Le manifestazioni vitali sono molteplici e complesse, difficili da descrivere, ma potevano essere comprese nei loro meccanismi di comportamento senza appellarsi ad elementi estranei alla fisiologia, o extranaturali. Bernard rifiuta di rivolgersi ad un quid divinum che potesse essere invocato per spiegare le apparenti irregolarità spontanee che si presentavano alla prima osservazione.





Rana preparata per la sperimentazione [C. Bernard, La science experimentale. Paris, Bailliere, 1878. Biblioteca di Agraria]

Ogni fenomeno fisiologico poteva essere raccolto e descritto attraverso l’osservazione sperimentale (Bernard sosteneva che solo la sperimentazione sull'animale vivente poteva chiarire i meccanismi complessi della fisiologia. La moglie di Bernard, Fanny Martin, per protesta al cinismo del marito diverrà una militante della Société protectrice des animaux, nascente associazione per la protezione degli animali). L’allievo dello scettico Magendie divenne l’introduttore del determinismo nel dominio della fisiologia. Grazie a lui il metodo sperimentale, che rispettandone le regole conduce alla certezza nelle scienze che si occupano della morte, ha preso la stessa autorità nell’ambito delle scienze dei viventi. La fisiologia poteva spingere le sue radici nel solido terreno dove sono impiantate le sue sorelle Fisica e Chimica. Per la complessità degli argomenti era necessario esigere delle regole e un metodo sperimentale che avesse una speciale formulazione, in relazione alle procedure intellettuali e manuali da applicare.



Effetti della lobotomia sperimentale su un piccione [C. Bernard, La science experimentale. Paris, Bailliere, 1878. Biblioteca di Agraria]

La redazione di questa opera, ha occupato e preoccupato Bernard in tutta la sua prima fase della sua vita scientifica. La predisposizione del laboratorio, la caccia alle scoperte, assorbivano tutte le sue istanze. Mai nessuna caccia alle scoperte fu tanto proficua. In venti anni Bernard scoprì e quindi dominò, più di chiunque altro fisiologo francese o mondiale, la materia della sperimentazione in ambito medico. A lui si riconducono i lavori sperimentali su: funzione delle ghiandole digestive e del pancreas, glicogenesi animale, diabete, nervi vaso-motori e teoria del calore animale, azione dei veleni studiati nella loro essenza e come mezzo per l’analisi dei fenomeni fisiologici.


Capitolo sul calore animale [C. Bernard, La science experimentale. Paris, Bailliere, 1878. Biblioteca di Agraria]


L’innumerevole quantità di fatti nuovi e le deduzioni sagaci sono contenute nelle sue memorie speciali e nei tanti volumi come le Leçon de physiologie expérimentale appliqué à la médecine (1855-56), e le Leçon sur le diabète et la glycogénèse animale (1877). Egli pubblicò i risultati di ciascuna annata di ricerca e il riassunto delle sue lezioni ai corsi, svolti sia in Francia che all’estero. La sua fama gli fece meritare una cattedra in fisiologia, creata ad hoc alla Sorbonne nel 1854, cattedra che con totale disinteresse e ammirabile delicatezza, lasciò molto più tardi al suo allievo Paul Bert. Nel 1855 prese il posto di Magendie nella cattedra di Medicina al Collége de France. Entrato nella Académie des sciences nel 1854, fu chiamato nel 1868 a sostituire Pierre Flourens  alla Académie française. Nel 1869, fu eletto in Senato. Purtroppo lo colpì una grave malattia, che lo costrinse a lasciare il suo laboratorio, l’insegnamento e la politica parigina. Si ritirò nel suo paese natale, dove cominciò a riordinare le carte e i risultati della sua intensa vita di ricerca.


Discorso di apertura della seduta pubblica annuale delle Cinque accademie dell'Istituto di Francia tenuto da Bernard nel 1869



Il 31 dicembre del 1877, mentre lavorava temporaneamente nel laboratorio del Collège de France, prese un forte colpo di freddo. Da qui seguirono febbre ed altri chiari malori di una infiammazione renale. Senza alcuna illusione Bernard si rese conto che era giunta la sua ora. Morì la sera dell’11 febbraio 1878. A lui per la prima volta furono resi funerali solenni di Stato, e lo stesso Léon Gambetta gli dedicò parole commosse di ringraziamento a nome del Governo di Francia. (tratto dalla biografia di Claude Bernard a cura dell'allievo Paul Bert, Parigi  12 febbraio 1878)