Il "Vitto Pitagorico"

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Antonio Cocchi, Del vitto pitagorico per uso della medicina

Vicenza : nella Stamperia Turra, 1743 BUC, Misc. D 281, 1

Antonio Cocchi, Du regime de vivre pythagoricien à l'usage de la Medecine

Geneve : chez les frères Cramer & Cl. Philibert, 1750 BUC, Misc. D 312, 2

Antonio Pujati, Riflessioni sul vitto pitagorico

Feltre : per Odoardo Foglietta, 1751 Sala del Dottorato, III-6-30

Antonio Cocchi (1695-1758), medico e naturalista toscano, ottenne una certa notorietà grazie a quest’operetta sul vitto pitagorico, che conobbe un’ampia diffusione, molteplici edizioni e persino una traduzione francese. Cocchi propugnava la salubrità di una dieta vegetariana nella quale il consumo di verdure, preferibilmente fresche e crude, fosse accompagnato dall’uso di latte, miele e vino, seppur in dosi molto moderate. Le argomentazioni di Cocchi si dipanavano da una visione sostanzialmente iatromeccanica della fisiologia umana, per la quale lo stato di salute era garantito da un corretto equilibrio dei liquidi circolanti nel corpo. La scelta del vegetarianismo, dunque, non era connessa a valutazioni etiche circa la possibilità che anche gli animali commestibili avessero una loro sensibilità, puntava piuttosto al mantenimento o alla riconquista del benessere fisico. Le opinioni di Cocchi furono criticate da Antonio Pujati (1701-1760), medico di formazione patavina, il quale rimproverò al collega sia l’interpretazione data ai testi pitagorici, sia l’effettiva efficacia della dieta vegetariana, alla quale preferiva un’alimentazione più variata e sostanziosa. (RL)